mercoledì 4 luglio 2012

I Terrible Twos




Gli hanno dato anche il nome, così come si fà con gli uragani, il che è giustissimo perchè dopo i tristemente famosi Katrina e Irene, arriva un uragano che sconvolge ogni famiglia alla soglia dei due anni del pargolo di casa: i Terrible Twos, i terribili due anni.
Ne avevo sentito parlare, ma dato che il mio bambolo è sempre stato sì vivace ma anche solare, tranquillo e generoso, credevo di non dovermi preoccupare più di tanto e che noi avremmo glissato questo fase con scioltezza. Ma quanto mi sbagliavo!
Tutto è iniziato, o meglio, me ne sono accorta, il giorno in cui abbiamo festeggiato il suo compleanno. Intenta a fare gli ultimi giri ho lasciato la pulce dai nonni per sbrigarmela più velocemente e lì nel rispostiglio incasinato di mio padre, ha trovato una carrozzina rosa di nonsisachi. Da quel momento ha deciso che la carrozzina rosa era un accessorio irrinunciabile per un duenne e che  lo avrebbe inserito nell'outfit del suo compleanno (dove il rosa, ovviamente, non era minimamente contemplato).
Siamo riusciti a togliergliela di mano per metterlo a letto ma sta carrozzina rosa è stato il suo primo pensiero al risvegli, con conseguenti pianti, urla, strilli che ci hanno fatto arrivare in ritardo alla sua festa (ma senza carrozzina, altrimenti suo padre mi decapitava).
E' iniziato così ed è stato un crescendo di "no", "è mio", "voglio", "faccio io" e altre prese di posizione del genere.
Non so cosa è iniziato a frullare in quella testolina, ma, complice una discreta proprietà di linguaggio ed un vocabolario abbastanza ampio, quindi, la possibilità di comunicare il suo volere e di imporsi contro di noi
( me , in realtà ) ma è iniziato un periodo difficilissimo che, tuttora, non è ancora stato superato.
Dicono che i bambini di due anni si comportino così  perchè finalmente capiscono di non dover essere in simbiosi con la mamma ma che, anzi, possono fare già molte cose da soli, tanto che le vorrebbero fare tutte. Così, niente più passeggino o se si va sul passeggino "lo chiudo io", niente mano per strada e si passa solo dove "voglio io", strilla con contorsioni possibilmente in mezzo alla strada con i passanti che pensano che tu lo stia torturando per un nonnulla, voglio la pappa bianca, gli fai la pasta all'olio e dopo "ma io volevo quella verde come Denver" e così via...
Che fare? Ho letto parecchio in giro e tutti dicono di mantenere la PAZIENZA e fin lì alternative non ce ne sono. Ma dobbiamo assecondare questi capricci o no? Me lo sono chiesta molto perchè non vorrei lasciargliele tutte vinte ma nemmeno essere troppo rigida così ho deciso, per quello che è possibile, di girare intorno ai suoi discorsi e di "distrarlo" dalle sue fissazioni. Se, ad esempio, non vuole mangiare, faccio finta di niente e gli chiedo se preferisce la forchetta piccola o quella grande, se non vuole lavarsi se preferisce fare la doccia o andare nella vaschetta, se non vuole mettere le scarpe gli do sempre un paio di alternative così si trova a dover incanalare il suo desiderio di imporsi su una decisione che sì prende lui e gli da soddisfazione, ma che alla fine gli diamo noi e lo distoglie da quello contro cui si era fissato.
Non funziona sempre e soprattutto non è la soluzione a questo lungo (ahimè) periodo di NO ma in qualche modo aiuta.
La cosa più positiva di questa faccenda, è che Samu per assurdo è diventato molto più dolce, ha più bisogno di coccole che mai. Dopo un brontolo e una discussione viene sempre a cercare di "far pace" ed io mi sciolgo come neve al sole...

martedì 3 luglio 2012

Afa e bambini




Con questo caldo si sprecano i consigli anti caldo dedicati ai bambini su riviste e siti web, tutti ottimi consigli ma a volte difficilmente applicabili, almeno con mio figlio.

Apparte il bere tanta acqua che offro spessissimo e con successo alla mia piccola peste, fallisco sempre miseramente con la frutta e la verdura perchè Samuele le mangia davvero pochissimo, anzi, la frutta prorpio non la sopporta. Se la verdura riesco a mimetizzarla bene insieme ad altri ingredienti, con la frutta non c'è possibilità di ingannarlo. Ho provato addirittura a frullarla e mescolarla nel latte ma...niente!
Per cui, cosa fare...cerco di dargli la varietà più ampia di verdura di stagione e non: carote, zucchine, fagiolini e ogni tanto zucca gialla, bollita e frullata e amalgamata con la ricotta e il parmigiano per una specie di pesto "verduroso" e saporito, o trasformate in polpettine con macinato di carne rossa o bianca o anche di pesce.
Il mio bimbo è schizzinoso e difficile con il mangiare, grande problema!
Cose fresche e bibite non ne mangia nè ne beve quindi a volte dopo cena gli do un po' di latte temperatura ambiente o sempre la solita acqua.

Altro consiglio gettonatissimo riguarda l'abbigliamento anti afa: sì ad abiti chiari, in tessuti naturali come lino o cotone, e ok a cappelli e bandane. Eh, se sull'abbigliamento a due anni posso sempre dire la mia e vestirlo come voglio, per quanto riguarda i copricapi ha già la meglio lui che se li toglie regolarmente. Uso l'acqua anche in questo caso per rinfrescargli la testolina, la fronte e le tempie in occasione del gran caldo anche se mi premuro di non tenerlo fuori casa nelle ore centrali della giornata.

Per combattere l'afa gli adulti si appellano all'aria condizionata in casa e in auto e, da oggi, il dubbio amletico che riguarda bambini e aria condizionata pare risolto: uno studio ha promosso l'utilizzo del condizionatore, preferibilmente in modalità deumidificatore, da usare ovviamente con parsimonia. Personalmente rinfresco la stanza prima di far coricare il bimbo, tenendo anche la finestra aperta in modo che non ci sia un effetto igloo appena entrati in camera, così si addormenta con una temperatura decente.
Inoltre, durante la giornata, tengo chiuse finestre e tende. La temperatura interna rimane stabile e non viene scaldata da quella bollente esterna!

Faccio un appello! Se conoscete qualche modo per far mangiare la frutta ai vostri figli...fatemi sapere!!!

lunedì 2 luglio 2012

Mamma ha perso il lavoro




Sono indignata! E' passato quasi un mese dall'accaduto e ho deciso di aspettare un po' prima di parlarne perchè volevo farlo a mente fredda, ma, sarà il caldo, non mi è ancora passata e quindi vi parlo con lo spirito più acceso che mai.
Ecco cosa mi è successo: lo scorso 14 giugno sono stata licenziata, durante il periodo di prova in un negozio di abbigliamento, senza una motivazione che andasse al di là di "con un figlio non puoi avere l'elasticità di orario che serve a noi". Tutto questo dopo che avevo firmato un contratto di lavoro di 30 ore settimanali e ne facevo 36-38, su turni anche serali, sabato e domenica compresi.
Dov'è quindi il problema? A dir loro il negozio, di nuova apertura, non funzionava come avrebbe dovuto e volevano battere il ferro della stagione estiva il più possibile, restando aperti più dell'orario previsto, anche decidendo in base al meteo. Sapendo che per me già una mole di lavoro del genere era impegnativa, considerando anche i turni che andavano dalle 10:00-14:00 (orario assurdo per un negozio di abbigliamento a 4 km dal mare) e 16:00-00:00, hanno ben deciso di farmi fuori prima che potessi creare problemi in una giornata piovosa non potendo restare la mattina fino al turno delle 16 o la sera oltre la mezza notte, che tra l'altro, mi sembrano pretese assurde a cui i titolari sono stati abituati da un'invasata che abita sopra uno degli altri loro negozi.
Avrei preferito una motivazione disciplinare o addirittura basata su scarse capacità di vendita ma non su questo, non perchè sono mamma. Come mamma ho bisogno di lavorare più di altre persone, avendo una famiglia da mantenere e mi sembra di aver già concesso tanto rispetto al contratto firmato.
In tutto questo ho dovuto comunque sostenere casa e problemi di salute del mio bimbo, compresa una corsa al pronto soccorso che non mi ha impedito di arrivare in orario in negozio.
Che poi è assurdo pensare a come sono andate le cose. Fiutando lontano chilometri la puzza dell'orario troppo impegnativo, una volta richiamata dopo il colloquio per comunicarmi che mi avrebbero preso, io rifiutai dicendo appunto che non potevo impegnarmi più di 30 ore alla settimana, sono stati loro a dirmi che, anzi, ne avrei fatte anche meno, che mi volevano nella loro squadra proprio perchè, da mamma, sapevano quanto fosse importante per me avere qualcosa a cui dedicarmi al di fuori della famiglia e mi avevano vista entusiasta.
Sono ancora nervosissima al riguardo, anche perchè essendo nel periodo di prova loro sono inataccabili e in quest'Italia del cavolo, dove il lavoro è un privilegio di pochi, le madri non sono minimamente tutelate.
Ed ecco che questo licenziamento segue il precedente, datato ottobre 2011, da quello che considero il mio lavoro. Non so se per caso o per scelta, il mio ex datore in preda alla famosissima crisi, ha licenziato sia me che la mia collega per poi riprendere lei con non so che contratto. Ovviamente lei ha 20 anni, solo un fidanzato e abita con la famiglia. Problemi sulle spalle? Nessuno. Ed ecco cosa cerca un datore di lavoro, come un fidanzato che si vuole poco impegnare: pochi problemi da affrontare.
E noi mamme ancora a doverci reinventare.

Non rileggo nemmeno questo post sconclusionato, frutto di ira, delusione  e anche un po' di malinconia.